Coronavirus Covid-19.PAPI E BEATI - PAPA GIOVANNI PAOLO II - LA GIOVINEZZAIL PRIMO GIORNO DI GUERRAIl giovane Wojtyla stava preparando un nuovo testo drammaturgico dedicato al personaggio di frate Alberto; ma i presagi di guerra si facevano sempre più evidenti: il 1° settembre, all'alba, caddero le prime vittime dell'aggressione tedesca. E che cosa poteva fare in un momento come questo un giovane studente di letteratura polacca, interprete del «Cavaliere lunare» e soldato della Legione studentesca esente dal servizio? Il reverendo Kazimierz Figlewicz non ha perso mai i contatti con il giovanissimo «Presidente», scambiando con lui lunghe lettere, ed ora di nuovo vede spesso Wojtyla che considera una persona veramente fidata. Ricorda bene il primo giorno di guerra: «Le incursioni aeree del mattino hanno suscitato il panico tra il personale della cattedrale; non c'era nessuno per servire la S. Messa. Era il primo venerdì del mese e Karol, come di consueto, è venuto a confessarsi per ricevere la Comunione. Questa pratica era severamente osservata dal giovane studente. Mi si è impressa nella memoria questa prima Messa di guerra, accompagnata dall'ululare delle sirene e dal rimbombo delle esplosioni». Prender parte alla funzione era una di quelle innumerevoli iniziative alle quali si dedicava con tutto lo zelo questo religiosissimo giovane, ma quella volta la sua partecipazione fu veramente eroica, e fu segno austero di un nuovo decisivo capitolo della sua vita. Ovviamente non era quello il momento di pensare ad intraprendere nuovi studi; l'armata di Hitler entrava in Cracovia il 6 settembre del 1939. Gli invasori governavano con vessazioni, illegalità, violenza e terrore. Alla fine di ottobre i Tedeschi avevano cacciato via dagli edifici della cattedrale, su Wawel, tutti gli abitanti: i preti ed i sacrestani con le loro famiglie. Tra questi senzatetto vi era anche il reverendo Figlewicz. Il 6 novembre dello stesso anno (primo anno della guerra) centottantasei professori dell'Università Jagellonica, raggruppati con un sotterfugio nell'aula magna dell'Università, venivano spediti nei campi di concentramento di Oranienburg-Sachsenhausen, da dove solo alcuni sono tornati a casa; questi erano i metodi dei nazi per cancellare la intellighenzia polacca dalla faccia della terra!SOTTO IL TALLONE NAZISTATra i deportati c'era il più noto biblista polacco, il reverendo professore Józef Archutowski, e fra le vittime di questa vile azione v'era l'illustre geografo professor Jerzy Smolenski, oggi vescovo ausiliario di Cracovia e, fino a poco tempo fa, collaboratore del cardinal Wojtyla. Nel castello di Wawel, la superba e magnifica sede dei re polacchi, si era insediato il governatore Frank, che ogni giorno impartiva ordini rivolti contro la nazione sconfitta. Uno di questi ordini (del 26 ottobre 1939) imponeva a tutti i cittadini, dai diciotto ai sessant'anni, l'obbligo di partecipare ai lavori pubblici; da questi erano escluse le persone che potevano provare di svolgere un «utile lavoro sociale». La disposizione precisava anche che tutti i cittadini sottoposti all'obbligo di lavoro dovevano essere spediti a costruire strade, stendere binari e svolgere lavori campestri. Per questo lavoro avrebbero ricevuto una ricompensa, a giudizio dei datori di lavoro. Ordini ancora più severi toccavano agli Ebrei: secondo una disposizione del 12 dicembre 1939, che, senza veli, parlava di «costrizione», tutti gli Ebrei dovevano essere presi per la durata di due anni, a scopo «educativo», per adibirli ai lavori suddetti, ed il limite di età scendeva fino a dodici anni. Di solito l'insubordinazione era perseguita con «multe arbitrarie» o con la prigione, ma agli Ebrei era riservata la prigione speciale e la confisca dei beni, secondo la decisione del tribunale. In questa situazione, mai chiara e sicura, la cosa migliore era trovare un lavoro «utile socialmente», come lo chiamavano i Tedeschi, e ricevere un certificato, detto Ausweis. Anche il giovane Wojtyla, che ora abitava con il padre, fu costretto a cercarsi un simile lavoro, per la necessità di guadagnare qualche soldo e far fronte al crescente carovita.PAPA GIOVANNI PAOLO II LA GIOVINEZZA Parte Inizio I II III IV V VI VII VIII IX X XI XII XIII XIV XV XVI XVII |
|